Templo de Debod: un tuffo nell’Antico Egitto senza spostarsi da Madrid!

Bernardo Pacini

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Il Templo de Debod di Madrid è uno dei più noti e insoliti monumenti della città: si tratta di uno splendido tempio egizio situato su una collinetta a due passi da Plaza de España.

Eh? Un tempio egizio nel centro di Madrid? Che razza di stranezza è mai questa? A me – che sono appassionato degli Stati Uniti – viene subito in mente lo spirito kitsch americano di una città come Las Vegas che, in linea con il gusto del fake che la caratterizza, ostenta sulla Strip (la strada principale) l’enorme piramide posticcia dell’Hotel Luxor.

Ma tanto per rimanere a Madrid, basterebbe citare la Fuente Egipcia del Parque del Retiro, un fontana monumentale in stile neo-egizio progettata da González Velázquez per abbellire il lato sud dell’Estanque Grande, il grande lago artificiale del parco. Non si tratta di un’operazione turistica come quella di Las Vegas, ma è comunque un rifacimento ottocentesco che non ha il fascino dell’originale, se non nell’ottica storicista del tempo.

Beh, nel caso del Tempio di Debod il discorso è completamente diverso: stiamo parlando un vero tempio egizio a Madrid, risalente al 200 a.C. Nessuna imitazione, nessuna citazione: visitando il tempio si avrà la netta sensazione di aver fatto un viaggio nel tempo e nello spazio rimanendo con i piedi ben saldi sul suolo di Madrid. In questo articolo troverai tutte le informazioni utili alla visita: oltre a qualche cenno storico e alle informazioni per l’ingresso nel monumento vero e proprio, ti darò due dritte su come arrivare e quando andare.

Dove si trova il Templo de Debod?

Templo de Debod madrid

Siamo a Madrid, nel quartiere di Argüelles, a nord-ovest del centro cittadino. Il punto di riferimento più strategico per la visita è Plaza de España, il vertice occidentale della Gran Via, che fu costruita agli inizi del secolo scorso proprio per collegare Argüelles al quartiere di Salamanca: di questo e di altri luoghi di interesse imperdibili abbiamo parlato nella nostra pagina su cosa vedere a Madrid.

Come arrivare?

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Da Plaza de España occorrono appena 10 minuti a piedi. Lasciandoti alle spalle la statua di Don Chisciotte attraversa Calle Ferraz: come punto di riferimento puoi tenere la strana cupola colorata in stile musivo della Parroquia de Santa Teresa y San José. Ti troverai alle pendici di una piccola altura nel Parque del Cuartel de la Montaña. Sali gli scalini e raggiungi il centro della collina: tra gli alberi del parco ti apparirà subito in tutta la sua bellezza il Templo de Debod.

Per raggiungere il monumento con i mezzi consiglio la Metro:

  • fermata Plaza de España (linee 3, 10): ti troverai davanti la schiena del monumento a Cervantes. Dovrai dunque attraversare la piazza e camminare per circa 5-6 minuti.
  • fermata Príncipe Pío (linee 6, 10, R): è abbastanza vicina al monumento (14 minuti circa) ma occorre fare un pezzo in salita un po’ fastidioso, specialmente col caldo. Io sono sceso a questa fermata perché prima del Templo avrei visitato la splendida Ermita di San Antonio in Paseo de la Florida. Dopo la visita, sono tornato alla stazione e mi sono arrampicato per Cuesta San Vicente fino a Plaza de España. Tuttavia non è necessario percorrere tutta la Cuesta e arrivare fino alla piazza: usciti dalla stazione, si può girare a sinistra in Calle Ilustración dopo il Gran Teatro Bankia Príncipe Pío e poi salire su per Calle de Estanislao Figueras, fino ad arrivare alle pendici della collina (vedi mappa). Sicuramente è più diretto, anche se non meno faticoso.

Per chi preferisce usare il bus, segnalo che ci sono varie linee che arrivano in Plaza de España (3, 44, 46, 75, 148 ecc.), ma ce n’è una che arriva direttamente in Calle Ferraz, sotto alla collina: la linea 74.

Orari di apertura del tempio

Gli esterni del Tempio di Debod sono visitabili a qualsiasi ora del giorno: il parco che lo ospita è sempre aperto.

Gli interni del tempio possono essere visitati nei seguenti orari:

  • da martedì a domenica: 10:00 – 20:00 (chiuso 1 e 6 gennaio, 1 maggio, 24, 25 e 31 dicembre)

In questi orari è possibile camminare sulla piattaforma interna che collega le tre parti del tempio all’interno della piscina. Per motivi di sicurezza e di tutela del patrimonio sono ammesse solo 30 persone alla volta, per una permanenza massima di 30 minuti: per questo motivo possono crearsi delle code abbastanza lunghe.

Attenzione: a novembre del 2017 – data della mia visita più recente – gli interni del tempio non erano visitabili per interventi di manutenzione e, a quanto mi risulta, la situazione è rimasta invariata anche nei primi mesi del 2018. Al momento non è dato sapere quando le sale del tempio saranno nuovamente visitabili.

Prezzo d’ingresso

L’ingresso al tempio è completamente gratuito.

Quando andare?

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Sono veramente numerose le attrazioni da visitare a Madrid, e spesso i giorni a disposizione possono non essere sufficienti: si tende così a inserire le tappe in modo che sia possibile vedere tutto senza avere rimpianti (a questo proposito, ti può essere d’aiuto la mia guida a Madrid, dove do i miei consigli su come visitare la città nel miglior modo possibile). Il fatto che non ci siano orari di chiusura per vedere il Tempio di Debod è un vantaggio perché lascia molta libertà; tuttavia bisogna dire che il momento migliore per visitarlo è quando fa buio: il tempio viene illuminato da un eccezionale gioco di luci che lo rende ancora più suggestivo. Dall’ora del tramonto in poi, la collina si riempie di fotografi professionisti e non che vogliono immortalare nel migliore modo possibile uno dei punti più scenografici di Madrid. Se dunque andrai a visitare il tempio di giorno per vederne anche gli interni, metti in conto di tornarci almeno una volta di sera.

Breve storia del Tempio di Debod

Templo de Debod storia

Non ho ancora risposto alla domanda più importante: cosa ci fa a Madrid un tempio egizio originale la cui prima pietra fu poggiata nel 200 a.C.? La storia è affascinante: nel 1907 in Egitto iniziarono i lavori per la Diga di Assuan, che misero in serio pericolo molti monumenti storici della regione della Nubia; tra questi c’era il Templo de Debod, così chiamato perché situato sulle rive del Nilo nella località Ta-Hut, storpiata in Debod. Alcuni paesi ricevettero l’appello dell’UNESCO che chiedeva aiuti per salvare l’immenso patrimonio storico della zona in collaborazione con l’Egitto: la Spagna rispose affermativamente insieme all’Italia, agli USA e ai Paesi Bassi. A ciascuna di queste nazioni venne poi donato uno dei 4 templi salvati e restaurati (quello italiano si trova al Museo Egizio di Torino).

Nei secoli il Templo de Debod è stato spesso abbandonato e lasciato all’incuria; nel 1868 è stato colpito da un violento terremoto; dopo la costruzione della diga di Assuan è rimasto sommerso per mezzo secolo sotto le acque del Nilo; infine nel 1961 è stato smantellato in occasione della costruzione di una nuova diga. Il tempio è stato spostato da Alessandria d’Egitto a Valencia nel 1970 e, dopo un accurato lavoro di restauro e ricostruzione, è stato aperto al pubblico nel 1972; ciò avvenne tra le polemiche, data che il posizionamento in un parco pubblico sottoponeva il prezioso monumento al rischio dei vandalismi e dello sfruttamento pubblicitario.

Il tempio, originariamente dedicato al culto di Iside e Amon, ha subito interventi di ampliamento in epoca tolemaica (sotto il faraone Adijalamani) e in epoca romana, ma fu abbandonato e lasciato a se stesso quando – sotto l’imperatore Giustiniano (VI sec.) – la Nubia diventò cristiana e fu ordinata la chiusura di tutti i templi pagani. Ad oggi è uno dei pochi esempi di architettura egizia ben conservata esistente al di fuori dei confini egiziani.

Cosa vedere? Gli esterni del tempio

Arrivato sulla cima della collina, ti verrà voglia di osservare il tempio da tutte le prospettive disponibili. Vedrai una vasca di forma rettangolare con una piattaforma su cui si ergono le tre parti del monumento: oltre al tempio sono stati posizionati nel sito anche due dei tre antichi portali d’accesso aggiunti in epoca tolemaica. Come vedremo, ciò che rimane del terzo è conservato in una delle stanze dell’interno. Avvicinandosi ai due blocchi collocati all’esterno, è possibile vedere alcuni rilievi raffiguranti simboli religiosi che testimoniano la storia del monumento.

La facciata del tempio è stata ricostruita nel 1970, ma mantiene la struttura originale: l’ingresso avviene tramite una porta che si apre al centro di una muraglia su cui poggiano 4 colonne sormontate da un’architrave.

Gli interni del tempio

Templo de Debod stanze

Superato l’ingresso ti troverai subito nel primo spazio, il vestibolo o pronao, una stanza con 4 porte: quella sul lato sud porta alla stanza del Mammisi, le altre 3 danno rispettivamente sulla Cappella Nord, sulla Cappella di Adijalaman e su un corridoio che porta a una scala, in cima alla quale si trovano la Cappella Osiríaca e la Terrazza. Nel vestibolo si possono vedere numerosi rilievi raffiguranti scene con gli imperatori romani Tiberio e Augusto, varie divinità egizie (Osiride, Iside, Amon-Ra) e figure simboliche (il serpente della dea Uadyet).

La Cappella di Adijalamani è una stanza di forma rettangolare che doveva essere adibita al culto degli dei Iside e Amon. Sulle pareti vedrai i rilievi, le decorazioni e le iscrizioni meglio conservate di tutto il tempio: 24 scene raffiguranti il faraone Adijalamani nell’atto di fare oblazioni agli dei.

Proseguendo nel tour, ti imbatterai in una stanza interna completamente disadorna che ha la funzione di smistare in altri ambienti, nello specifico il santuario (o naos) e le due cappelle. Il santuario è la zona sacra più importante del tempio ma non reca rilievi, se non qualche croce cristiana: la porta che vi conduce presenta un disco solare alato, un simbolo sacro tipico dei naos. Un videoproiettore mostra la nicchia doveva si doveva trovare la statua del dio, aiutandoci a capire quale fosse la struttura originale della stanza; in realtà i naos originariamente dovevano essere due, ma uno (quello dedicato al culto di Iside) è andato perduto. Le due cappelle sono anch’esse disadorne, ma dovevano essere adibite al culto di altre divinità (Osiride, Mut, Mahesa).

Tornando al vestibolo, ti rimangono da esplorare le altre stanze:

  • la Cappella Nord, detta anche Cappella Uabet, dove avvenivano riti di purificazione;
  • la Cappella Mammisi, una stanza rettangolare perpendicolare alla struttura principale del tempio. Non vi sono rilievi, ma sappiamo che in questa stanza venivano svolti riti di celebrazione della nascita del dio figlio di Iside e Amon. Nella stanza troverai esposto un blocco che faceva parte del terzo portale d’accesso: vi troverai raffigurato, un disco solare alato, il dio Behedeti, attorniato da serpenti;
  • dopo aver percorso uno stretto corridoio – sulle cui pareti si riconosce l’incisione di uno gnomone (o meridiana) – salirai una scala e raggiungerai gli ultimi due ambienti del tempio:
    • la Cappella Osiríaca: dedicata al culto di vita, morte e resurrezione del dio Osiride, ospita un modello di come sarebbe il Templo de Debod se fosse arrivato integro ai nostri giorni;
    • la Terrazza: un tempo era all’aperto, oggi è chiusa per motivi di conservazione. La Terrazza ospita un modello su larga scala dei musei della Nubia e vari reperti archeologici di grande interesse relativi soprattutto al faraone.

Cos’altro vedere sulla collina?

Non limitarti a osservare a occhi sgranati il Templo de Debod ma fai anche due passi intorno: l’area verde continua nel Parque del Oeste di Madriddove si trovano le oltre 20.000 rose della stupenda Rosaleda (da non confondere con quella del Parque del Retiro). Se non vuoi spingerti troppo a ovest, puoi camminare intorno alla cima della collina curiosando tra le creazioni dei pittori/poeti che – sotto la protezione della poetessa e mistica messicana Sor Juana Inés de la Cruz, cui è dedicata una statua del parco – qui espongono i loro lavori, oppure raggiungendo il Mirador de la Montaña de Príncipe Pío, da cui si gode di una bella vista del Palacio Real, della Cattedrale di Madrid e dei Giardini di Campo del Moro. Alla base della collina, proprio su Calle Ferraz, si trova un Monumento a los Caídos (Monumento ai Caduti) del 1972.

Dove dormire in zona?

Per farti un’idea di quale sia la zona migliore dove dormire a Madrid, ti consiglio di leggere il mio approfondimento al link sottostante: troverai consigli sugli hotel e schede dettagliate per i quartieri principali. Il più vicino al Tempio di Debod è senza dubbio Los Austrias, ma ci sono soluzioni più economiche e altrettanto strategiche nei quartieri di Sol e Malasaña.

Consigli su dove dormire a Madrid

Nella vita faccio il redattore editoriale e il copywriter, e ho alle spalle alcune pubblicazioni di poesia. Tra le mie passioni, oltre ai viaggi, la letteratura, la musica sperimentale, la Fiorentina e la buona cucina.

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