Da Madrid ad Alcalá de Henares: guida alla città natale di Cervantes

Andrea Cuminatto

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Come i ben informati di letteratura spagnola sanno, ad Alcalá de Henares nacque Miguel de Cervantes, l’autore del celebre Don Chisciotte, e si può dire che in questo borgo a 30km da Madrid nacque anche la lingua castigliana, ovvero lo spagnolo per come lo conosciamo. Gli appassionati di letteratura non possono perdere una visita alla casa-museo del più importante scrittore spagnolo, ma Alcalá offre anche molto altro ad un turista che cerchi una piacevole gita fuori porta partendo dalla capitale.

Come arrivare

Alcalá de Henares è situato veramente a due passi da Madrid e collegato benissimo dai mezzi pubblici. Questo non toglie che sia una tappa da prendere in considerazione se ci si muove in auto, ma è anche una delle gite ideali da fare in giornata (o magari anche in mezza giornata) dalla capitale.

Le opzioni di trasporto pubblico dal centro di Madrid sono due:

  • Treno Cercanias. I treni locali sono un’ottima soluzione per recarti da Madrid ad Alcalá de Henares. Puoi fare riferimento alle stazioni di Atocha, Principe Pìo e Chamartìn, dalle quali le linee C2, C7 e C8 ti condurranno a destinazione in 40-55 minuti. Ogni giorno parte in media un treno ogni mezzora, quindi è quasi impossibile non trovarne uno all’orario per te più consono. Il prezzo del biglietto varia a seconda delle zone: partendo dal centro di Madrid è di 3,40€.
  • Autobus. L’alternativa è il bus, che è anche più rapido del treno, impiegando solo 35 minuti. La stazione dei pullman di riferimento è Intercambiador Avenida de America, collegata anche dalle linee 4, 6, 7, 9 della Metro. Da qui partono dalle 2 alle 4 corse ogni ora della linea 229, che conduce ad Alcalá de Henares. Il prezzo del biglietto è di 3,60€.

Cosa vedere ad Alcalá de Henares

Gran parte dei turisti che si recano ad Alcalá de Henares lo fanno per la casa-museo di Cervantes, in quanto la fama dello scrittore si è riversata anche sul suo borgo natale. Ma Alcalá, che sebbene risulti piccola paragonata con la vicina Madrid, è pur sempre una città di 200 mila abitanti, conserva un gran numero di edifici e monumenti di pregio. Il centro storico è stato dichiarato patrimonio dell’umanità Unesco e anche se per visitarlo basta una breve gita con andata e ritorno in giornata, vale davvero la pena di essere incluso nel tuo prossimo viaggio a Madrid.

Ti consiglio di cominciare la visita da Plaza de Cervantes, dove fra le rose delle aiuole spicca la statua dell’autore. Alzando lo sguardo verso i tetti, a partire da quello del palazzo comunale e dalla Torre de Santa Maria, ti accorgerai che anche quando la piazza è deserta non sarai mai da solo. Qui infatti nidificano numerose cicogne, che soprattutto quando si alzano in piedi camminando sui tetti sono decisamente appariscenti. Nella piazza è più facile notarli, ma tutta la città è invasa dai nidi di questi grandi uccelli: se ne contano circa 120.

La via principale del centro è Calle Mayor, che parte da Plaza de Cervantes e vanta il record di via porticata più lunga di Spagna. Un tempo attraversava il quartiere ebraico, mentre oggi è la principale via turistica della città, ricca di bar de tapas e locali adatti a fare una piacevole pausa durante la visita del centro.

Casa museo di Cervantes

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Camminando lungo Calle Mayor, la via principale del centro, non è difficile individuare quella che fu la casa natale del grande scrittore spagnolo: sul marciapiede antistante, infatti, siedono sulla panchina di pietra le statue di Don Chisciotte e Sancho Panza, che potrete divertirti a paragonare con quella di Plaza de España a Madrid.  Dal 1956 sono stati inaugurati qui il museo e la biblioteca cervantina, dopo una ristrutturazione dell’edificio volta a ridare alle stanze l’aspetto il più possibile simile a quello dell’epoca.

I due piani della casa in cui nacque nel 1547 Miguel de Cervantes Saavedra, si strutturano attorno ad un bel patio con al centro un pozzo. Se al piano terra le stanze sono tutte dedicate alla vita pubblica della famiglia – il padre era un chirurgo-barbiere e riceveva qui i propri pazienti – il piano superiore è invece quello della vita privata. Oltre alle stanze, arredate secondo i gusti dell’epoca, oggi due sale della casa ospitano esposizioni temporali.

 La casa-museo è aperta tutto l’anno dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18; il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 19. Oltre a tutti i lunedì dell’anno, è chiusa nei giorni 1 e 6 gennaio, 1 maggio, 24, 25 e 31 dicembre.

L’ingresso è gratuito, sia per la visita della casa, sia per la partecipazione alle numerose attività proposte durante il corso dell’anno.

Università di Alcalá de Henares

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La storia di Alcalá de Henares è strettamente legata a quella della sua università, che attrae ogni anno numerosi studenti Erasmus da tutta Europa, oltre a migliaia di turisti che confermano quotidianamente la bellezza degli edifici in cui sorge. La Complutense è una delle principali università di Madrid, ma non ebbe sempre sede nella capitale spagnola. La denominazione romana dell’attuale Alcalá de Henares era Complutum e proprio qui nel 1293 venne fondato lo Studium Generale da re Sancho IV di Castiglia. Elevata a rango di università da papa Alessandro VI nel 1499, la Complutense fece di Alcalá un punto di riferimento per la cultura spagnola fino al 1836, quando Isabella II la fece trasferire a Madrid.

Ci volle oltre un secolo prima che, nel 1975, l’università Complutense tornasse ad aprire una succursale ad Alcalá de Henares, poi ricostituita nel 1977 come Universidad de Alcalá de Henares. Conservando le sue tradizionali facoltà umanistiche, oggi il campus è il luogo per eccellenza della promozione e diffusione della lingua spagnola. Non a caso proprio qui, ogni anno, i re di Spagna assegnano il Premio Cervantes, che dal 1976 è attribuito a quegli autori le cui opere letterarie sono ritenute particolarmente rilevanti per la cultura spagnola.

Il fatto che sia una delle due uniche università europee ad essere dichiarate dall’Unesco patrimonio dell’umanità (insieme a quella di Coimbra in Portogallo), fa intuire che una visita sia da prendere in considerazione. Ecco a cosa consiglio di dedicare un po’ d’attenzione:

  • L’edificio di San Ildefonso, che affaccia su Plaza de San Diego, è la sede principale. Sulla facciata rinascimentale, realizzata nel Cinquecento da Rodrigo Gil de Hontañón, risaltano i medaglioni con le immagini dei dottori della Chiesa cattolica e la figura di Dio sul frontone, che regge il globo in una mano e benedice con l’altra.
  • Da non perdere il Patio de Santo Tomás de Villanueva, intitolato al primo studente canonizzato all’Università di Alcalá. Questo cortile di inizio Seicento, in pieno stile classicista, è sobrio e monumentale al tempo stesso. Curiosa la scritta latina En luteam olim, celebra marmorea: “Una volta in argilla, ora in pietra”, a significare come fu costruito l’edificio universitario. Un altro cortile interessante è il Patio de Filósofos, che però dal XX secolo non ha più l’aspetto originale cinquecentesco. Terzo patio immancabile è il Patio Trilingüe, così chiamato perché nelle aule che vi affacciano si studiavano in origine tre lingue classiche: greco, latino ed ebraico. Davvero ben conservato, questo chiostro piastrellato con al centro un pozzo in pietra, è anche l’accesso al Paraninfo Universitario, la sala più importante dell’edificio. Il soffitto a cassettoni del Cinquecento, le decorazioni rinascimentali e il pavimento in piastrelle mudéjar la rendono il pezzo forte della visita all’Università. È qui che, ogni 23 aprile, i sovrani consegnano il Premio Cervantes.
  • La Cappella di San Ildefonso è il simbolo spirituale dell’università. Realizzata nel Cinquecento conserva, sotto al complesso soffitto a cassettoni, il sepolcro del cardinale Cisneros: un pezzo scultoreo in marmo di Carrara, fra i più interessanti del Rinascimento spagnolo.
  • Un altro edificio facente parte del complesso universitario e visitabile è il Palacio Laredo. Si tratta di una delle opere architettoniche più singolari della città. Costruito a fine Ottocento da Manuel del Laredo y Ordoño (architetto che fu allora sindaco di Alcalá), è caratterizzato da decorazioni neomudéjar mescolate a stili diversi. Nelle sue stanze si respira infatti un’aria arabeggiante, ma è anche del tutto evidente che non ci si trova in un edificio originale del periodo arabo. Attualmente è sede del Centro internazionale di studi storici Cisneros e conserva nella sua biblioteca volumi di altissimo pregio. Il più singolare è senza dubbio la “Bibbia poliglotta complutense”: la prima edizione poliglotta di una Bibbia completa. Da non perdere il Salón de Reyes: sotto a una cupola del XIV secolo si sviluppa un’ampia sala d’ispirazione gotica decorata con i ritratti di re e regine della corona di Castiglia durante l’epoca medievale.
 L’università è visitabile negli orari seguenti:

  • Inverno (1 settembre – 16 marzo): dal lunedì al venerdì in orario 10-14 e 16-19; sabato, domenica e festivi in orario 10-15 e 16-19. Rimane chiusa nei giorni 1 e 6 gennaio.
  • Estate (17 marzo – 31 luglio): dal lunedì al venerdì in orario 10-14 e 16-20; sabato domenica e festivi in orario 10-15 e 16-20.
  • Agosto: dal martedì al venerdì (inclusi festivi) in orario 11-14 e 17-20; sabato, domeniche e festivi in orario 11-14.
Il biglietto d’ingresso costa 6€ ed include la visita guidata. Hanno diritto al biglietto ridotto (4€) minori di 26 anni e maggiori di 65 ani, disabili, membri di famiglie numerose.

Il Palacio Laredo è invece visitabile, senza guida, al prezzo di 1€.

Cattedrale Magistrale

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La chiesa madre della città è la Catedral de los Santos Niños Justo y Pastor, che vanta il titolo quasi unico al mondo di Cattedrale Magistrale, condiviso solo dalla chiesa di San Pietro a Lovanio, in Belgio. I bambini cui è dedicata avevano 7 e 9 anni quando Diocleziano, nel 304 d.C., li fece massacrare perché non volevano rinnegare la propria fede cristiana. Nel 414 venne eretta una cappella sul luogo dell’esecuzione, poi divenuta cattedrale e distrutta dai musulmani nel 1054. La chiesa attuale risale alla metà del Quattrocento, ma è stata consolidata nello stile gotico fiammeggiante ad inizio Cinquecento, mentre il campanile (in stile rinascimentale) venne completato solo nel 1618. Purtroppo buona parte dei tesori che racchiudeva andarono persi in un incendio del 1936, durante la guerra civile.

Sulla facciata, in stile gotico fiorito, spicca il medaglione con i simboli di san Ildefonso. All’interno invece le tre navate separate da pilastri fascicolati, conducono ad una cripta che conserva le tombe cinquecentesche dell’arcivescovo García Loaysa y Girón e del cardinale Cisneros. La cappella di San Diego de Alcalá ospita invece il corpo del santo, tuttora incorrotto dal tempo, che viene esposto ai fedeli il 13 novembre di ogni anno.

Il chiostro rientra nella visita ed è spesso sede di esposizioni temporanee, solitamente a tema religioso. Il museo è invece composto da due stanze: l’Anticamera Capitolare, dove si trova il sepolcro dell’arcivescovo Carrillo e la Sala Capitolare, contenente il Tesoro (ovvero pezzi d’oreficeria religiosa, dipinti e vestiario liturgico).

La torre campanaria è da visitare per due motivi. Innanzitutto la scala a chiocciola che permette di raggiungerne la sommità è molto suggestiva di per sé, ma la ragione principale è il panorama che si gode dalla sommità. Con i suoi 82m d’altezza, offre una magnifica vista su tutta la città.

 Gli orari di visita sono dal lunedì al venerdì in orario 9-13 e 17-20.30; domenica e festivi in orario 10-13 e 18-20.30. La visita turistica non è consentita durante gli orari di culto, che sono i seguenti:

  • Da lunedì a venerdì: messe nella cappella di San Pietro alle ore 10, 13 e 19.30.
  • Sabato: messa nella cappella di San Pietro alle ore 10 e all’altare maggiore alle 19.30.
  • Domenica: messe alle ore 10, 11.30, 13 e 19.30.
Per i prezzi, apri il box sottostante:

Prezzi
  • Il biglietto costa 1€, include cattedrale, chiostro e museo ed è comprensivo di un depliant informativo.
  • Le visite guidate a cattedrale, chiostro e museo costano 3€.
  • L’audioguida (disponibile in spagnolo ed inglese) costa 3€.
  • La salita alla torre costa 3€.
  • La visita congiunta cattedrale+torre costa 5€.
  • La visita al Monastero di San Bernardo costa 3€.
  • La visita congiunta cattedrale+monastero costa 5€.
  • La visita congiunta torre+monastero costa 5€.
  • La visita congiunta cattedrale+S.Ildefonso (università) costa 5€.

Torre de Santa María e Capilla del Oidor

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Nella Plaza de Cervantes svetta un campanile che ha perso la sua chiesa. È la Torre de Santa María, oggi conosciuta dai turisti come il punto panoramico della città per eccellenza. Salendo i 109 gradini al suo interno, ci si affaccia a 34 metri d’altezza, che offre una magnifica visuale sulla piazza ed i suoi dintorni, dai quali scattare le foto più suggestive sui tetti di Alcalá.

 Salire sulla torre costa 1€, ma è aperta solo il sabato in orario 10-12.30 e 17-19 e la domenica in orario 10-13.30 e 17-19.

Poco distante si trova la Capilla del Oidor, altro resto dell’antica chiesa ormai perduta. Qui si trova il fonte battesimale in cui venne battezzato Miguel de Cervantes, il 9 ottobre 1547. In questa data, ogni anno, viene esposto qui il certificato di battesimo originale. La cappella ospita anche il Centro d’interpretazione Los Universos de Cervantes, totalmente dedicato alla figura dello scrittore, dove si svolgono regolari esposizioni a lui dedicate.

L’ingresso alla Capilla del Oidor è gratuito. È aperta dal martedì alla domenica in orario 12-14 e 17-20.

Palazzo arcivescovile

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Il Palacio arzobispal de Alcalá de Henares è uno degli edifici simbolo della città e rientra fra quei monumenti che hanno valso al centro storico il titolo di Patrimonio dell’umanità. A colpire in primo luogo è la facciata rinascimentale, con due piani di finestre plateresche. La finestra centrale è sovrastata da uno scudo barocco in terracotta con lo stemma del cardinale bambino Luis Antonio, figlio di Felipe V: il primo Borbone che sostituì la dinastia asburgica. All’interno, la stanza più rilevante è l’ex Sala del Consiglio: restaurata nell’Ottocento in stile neomudéjar, con finestre neogotiche, venne trasformata in cappella neogotica nel 1997, dato che la sala precedente era stata distrutta da un incendio. Attualmente il palazzo non è visitabile all’interno.

Un po' di storia

Sede della curia diocesana, venne edificato come fortezza mudéjar nel 1209 per volere dell’arcivescovo Rodrigo Jiménez de Rada, che ne voleva fare la residenza temporanea degli arcivescovi di Toledo. Nel corso dei secoli, in particolare fra il Trecento e il Cinquecento, il palazzo subì numerose modifiche d’ampliamento e ristrutturazione, fino ad assumere la forma attuale. Il palazzo arcivescovile ha ospitato alcuni dei momenti politici più rilevanti della storia spagnola. Fu dentro queste mura che nel 1308 i re Fernando IV di Castiglia e Jaime II d’Aragona firmarono il Trattato di Alcalá de Henares, con il quale si spartirono i territori andalusi ripresi agli arabi durante la Reconquista. Sempre in questo palazzo la regina Isabella I ricevette Cristoforo Colombo per la prima volta, ascoltando la sua richiesta di finanziamento del viaggio verso le Indie.

Hospital de Antezana

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Oltre alla casa-museo di Cervantes, lungo Calle Mayor affaccia un edificio davvero particolare: l’Hospital de Antezana. Fondato nel 1483, è uno dei più antichi ospedali ancora attivi in Europa ed è stato gestito dalle suore fino al 2006, che lo hanno poi affidato ad un’associazione. La curiosità è che ha solo 20 posti letto, non a caso viene soprannominato ‘Il piccolo ospedale’.

Tradizione vuole che Rodrigo de Cervantes, il padre dello scrittore, avesse esercitato anche qui per un periodo. Se questa collaborazione non è certificata, è invece documentato il rapporto tra l’ospedale e sant’Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti. Ignazio studiò infatti all’Università di Alcalá de Henares tra il 1526 e il 1527 e pernottava in una stanza di questo piccolo ospedale.

Parte dell’edificio è visitabile, in particolare la chiesa, che conserva tele di Herrera Barnuevo, Pedro Valpuesta e Diego González de la Vega. Le due sale del piccolo museo conservano invece oggetti e documenti sulla storia del luogo e della Fondazione che oggi lo gestisce. Immancabile anche il verdeggiante giardino interno, che si rivela una vera e propria oasi di pace nel contesto cittadino.

 Il biglietto costa 2€ e le visite sono possibili solo agli orari prestabiliti: dal martedì al venerdì alle ore 13.30 e alle ore 18; sabato, domenica e festivi alle ore 12, 13, 14, 18, 19, 20.

Museo archeologico regionale

L’edificio nato come Convento de la Madre de Dios, abitato dai frati domenicani, oggi ospita il Museo Arqueológico Regional, che svolge una funzione di ricerca e conservazione del patrimonio archeologico, esponendo una collezione permanente e aprendo le porte a mostre temporanee.

Il museo si sviluppa con un tour cronologico e didattico che parte dai fossili paleontologici e paleolitici, passando agli strumenti neolitici e dell’età del bronzo e del ferro, fino ad una grande collezione d’epoca romana. È qui che arriva buona parte dei reperti scoperti durante gli scavi, anche attuali, effettuati nel territorio della Comunità di Madrid.

 L’ingresso è gratuito ed il museo è aperto nei seguenti orari: da martedì a sabato dalle 11 alle 19, domenica e festivi dalle 11 alle 15.

Dove dormire

Vista la vicinanza con Madrid, è molto probabile che pernotterai in città e ti recherai ad Alcalá de Henares solo per una breve visita in giornata. Se però stai facendo un on the road in Spagna, è possibile che tu voglia fermarti una notte qui, per trovare quella tranquillità che solo un piccolo borgo può dare. Qui puoi vedere quali sono gli hotel disponibili ad Alcalá de Henares.

Tutti gli alberghi disponibili ad Alcalá de Henares

Se sei ancora alla ricerca della zona migliore in cui pernottare nella capitale, dai un’occhiata al nostro articolo su dove dormire a Madrid, per verificare qual è il quartiere più adatto alle tue esigenze.

Giornalista e viaggiatore. Parlo spagnolo, inglese e sto imparando il russo. Ho vissuto un periodo in Spagna (Madrid e Granada) e girato quasi tutta l'Europa zaino in spalla. Più che vedere i luoghi, amo conoscere chi li abita ne racconto qualcosa anche sul mio blog

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