L’Iglesia de San Ginés, piccola e incantevole chiesa nel cuore di Madrid

Andrea Cuminatto

chiesa san gines madrid

Dichiarata monumento storico-artistico nazionale nel 1982, la chiesa di San Ginés di Madrid è uno dei luoghi di culto della capitale cui merita maggiormente dedicare una visita. Forse non potrà competere per patrimonio artistico con il vicino Monastero de la Descalzas Reales, ma questa piccola chiesa ospita alcuni dipinti molto belli e interessanti: le opere di El Greco, Alonso Cano e altri artisti di rilievo non sono tuttavia l’unico motivo per cui vale la pena metterla in programma. Ecco dunque un articolo con tutte le informazioni utili alla visita, qualche cenno storico e le opere d’arte cui prestare particolare attenzione.

Come arrivare

La chiesa di San Ginés si trova lungo Calle del Arenal, che collega Plaza de Isabel II con la Puerta del Sol. Il mio consiglio è di fare riferimento a quest’ultima, centro nevralgico dei trasporti per il centro storico. Raggiungere la piazza è possibile con diversi mezzi:

  • Con la Metro di Madrid: linee 1, 2, 3. Fermata Sol. (In alternativa, se vi è comoda la linea 5, scendete ad Opera ed imboccate da lì Calle del Arenal).
  • Con i treni locali CERCANIAS: linee C3, C4. Fermata Sol.
  • Con l’autobus: linee 3, 50, 51. Fermata Sol.

Orari di apertura della chiesa

La chiesa è aperta in alle visite nei seguenti orari:

  • Inverno (16 settembre – 14 giugno):
    • Dal lunedì al venerdì: 8.45-13 e 18-21
    • Sabato: 8.45-13 e 17.45-21
    • Festivi: 9.45-14 e 17.45-21
  • Estate (15 giugno – 15 settembre):
    • Dal lunedì al venerdì: 8.45-13 e 18-21 (in agosto 19-21)
    • Sabato: 8.45-13 e 18.30-21 (in agosto 19-21)
    • Festivi: 9.45-14 e 18.30-21 (in agosto 19-21)
Attenzione!
L’opera La cacciata dei mercanti dal tempio di El Greco, autentico gioiello della chiesa, è visitabile solo il martedì e il giovedì dalle 18 alle 19 e il sabato dalle 10 alle 11 e dalle 11.30 alle 12.

Un po’ di storia

iglesia de san gines madridSi stima che il culto di San Ginés de Arlés, santo francese cui è dedicata la chiesa, abbia avuto inizio nel momento stesso della conquista di Madrid, all’inizio del XII secolo. Quella che oggi è una delle chiese di Madrid più visitate, fu allora costruita fuori dalla cinta muraria e fino al 1400 se ne parla in quanto unico monastero benedettino fuori dalle mura madrilene.

Purtroppo, la chiesa subì tre incendi negli anni 1724, 1756 e 1824, dopo ciascuno dei quali venne restaurata con cambiamenti rispetto alle decorazioni originali. L’aspetto attuale, di stile neoclassico, si deve innanzitutto all’intervento di Juan de Villanueva, incaricato nel 1700 dalla Real Academia de Bellas Artes di mettere mano alle decorazioni interne. Nel 1869, invece, l’amministrazione comunale affidò a José Maria Aguilar una trasformazione del lato nord (quello su Calle Arenal): cambiamento che non piaceva al vescovo e al parroco, che si opposero all’opera. Nonostante questo, la ristrutturazione della facciata avvenne.

Altre modifiche risalgono al Novecento: durante la guerra civile alcuni locali attigui alla chiesa vennero usati dai militari e la struttura fu danneggiata dagli spari, per essere poi aggiustata negli anni ’50. La facciata come la vediamo adesso è opera di José Luis Marin, che negli anni ’60 rimpiazzò le finestre con i balconi e costruì un terzo corpo, con due finestre e una nicchia al centro. La facciata fu poi coperta con un frontone triangolare e vennero messe nuove colonne di ordine toscano.

Dentro la chiesa di San Ginés

giuda taddeo san gines

Pianta a croce latina, tre navate e numerose cappelle chiuse con cancelli che sono essi stessi un’opera d’arte. La chiesa di San Ginés racchiude tesori unici da scoprire, dalle opere pittoriche alle particolari reliquie qui conservate. In una urna, è conservata l’immagine di San Giuda Taddeo, molto venerata dai fedeli, che si recano qui a lasciare foglietti con le intenzioni, in quanto patrono delle cause impossibili.

La storia di Pilina
Tutte le cappelle che si snodano ai lati della chiesa sono degne di nota, ma ce n’è una molto particolare. Nella cappella della Vergine del Castello, è conservata un’urna dorata con i resti di Maria del Pilar Cimadevilla Lopez Doriga: bambina morta nel 1962 alla tenera età di dieci anni, conosciuta da tutti come Pilina. Pare che Pilina fosse molto devota al Bambin Gesù e venisse regolarmente a pregare in questa cappella. Affetta dal morbo di Hodking, sopportò il dolore con fermezza, diede ai poveri i suoi pochi risparmi e passò gli ultimi giorni della propria vita a consolare la madre.

Nella sacrestia, oltre a molti ornamenti sacri, è conservato un tavolo italiano del XVI secolo in marmo ed un fonte battesimale, realizzato con un unico pezzo di marmo, risalente al 1600 e donato alla parrocchia nientemeno che dalla regina Isabel II.

Le opere d’arte: El Greco e non solo

el greco san gines

In questo tempio trovano il loro posto opere dal valore incalcolabile. Ogni cappella della chiesa contiene diverse tele: entrando troviamo subito la cappella battesimale, dove è possibile ammirare l’Annunciazione di Luca Giordano, copia del quadro di Tiziano conservato a Napoli. Nella cappella del Santissimo spicca invece, fra i colori giallo arancio del marmo e del bronzo che coprono le pareti, il Cristo dell’umiltà di Alonso Cano. Questa cappella sembra essere una piccola chiesa dentro la chiesa, essendo un braccio della pianta a croce latina, che da fuori non è visibile per via degli edifici che circondano tutta la struttura.

Ma l’opera più rilevante è senza dubbio La cacciata dei mercanti dal tempio di El Greco, che è visitabile solo in orari prestabiliti. L’opera descrive perfettamente in forma pittorica le parole dell’evangelista Giovanni: “Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: “Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato” (Gv 2,14-22). Nella rappresentazione troviamo a destra gli apostoli, a sinistra i mercanti e cambiavalute, al centro Gesù che rovescia i tavoli scacciando i mercanti, ma restando del tutto calmo, poiché sicuro di compiere la volontà di Dio. Qui si ritrova l’allegoria della Chiesa nel periodo della controriforma che, grazie alla riscoperta del vero messaggio di Gesù, avvia un severo processo di riordinamento e moralizzazione al proprio interno.

Di rilievo è anche l’altare maggiore, opera di Juan Antonio Cuervo, incaricato del restauro a seguito dell’incendio del 1826. Qui troviamo il quadro Martirio di San Ginés. Il quadro originale di Francesco Ricci fu danneggiato dall’incendio e quindi sostituito da una copia, ispirata al bozzetto, di José San Martin. Quando si capì che la tela non era così tanto sciupata e il restauro la rese nuovamente visibile, venne riportata in chiesa, ma in un’altra posizione e poi andata perduta nel tempo. O almeno così raccontano gli annali. Studi recenti hanno però dimostrato che la tela visibile è proprio quella originale di Ricci e che quindi quella perduta è la copia. Il bozzetto del quadro, invece, si trova tuttora nella Cappella della Sacra Famiglia.

Un caimano in chiesa

iglesia san gines orari

In tante chiese è vietato portare animali, ma in questa possiamo vedere addirittura un caimano. Una delle attrazioni più particolari della chiesa è la ricostruzione in plastica di un caimano a dimensione naturale. Narra la leggenda che la barca di Alonso de Montalbán, funzionario a servizio dei re cattolici in America nel 1499, venne attaccata da un feroce caimano in una zona dell’attuale Panama. Non riuscendo a fermare l’animale, Montalbán pregò la Vergine di salvarlo e subito il ramo di un albero cadde sulla bestia uccidendola. Come ringraziamento, il militare fece imbalsamare il caimano e lo portò in Spagna, donandolo alla chiesa come ex-voto alla Madonna e pagando lui stesso la costruzione della cappella. Oggi l’animale è di plastica, ma non è chiaro dove sia andato a finire quello originale, sulla cui sorte storie e leggende si contraddicono.

Curiosità
Nella cripta è sepolto, fra gli altri, Ramón Areces, fondatore di El Corte Inglés, la celebre catena di grandi magazzini che oggi spadroneggia in tutta la Spagna e in vari altri paesi.

La Chocolatería San Ginés: qualcosa di dolce dopo il sacro

Non è escluso che tu abbia trovato questo articolo cercando delle informazioni sull’omonima Chocolatería San Ginés, che per altri motivi è ben più famosa e frequentata di questa chiesa. In effetti la vicinanza tra la chiesa e la cioccolateria più famosa di Madrid è tale da far sì che i due luoghi vengano spesso visitati in successione! Anche io vi consiglio di godervi una tazza di cioccolata calda con i churros dopo (o prima) la visita della chiesa: credo che non rimarrete delusi da nessuna delle due esperienze. Nei pressi c’è anche una bancarella di libri usati: se siete dei bibliofili prendetevi qualche minuto per curiosare sugli scaffali.

Dove dormire?

Siamo in pieno centro storico: questo significa che per dormire c’è l’imbarazzo della scelta. Ti consiglio di dare un’occhiata qui per seguire i nostri suggerimenti su dove trovare l’alloggio ideale per le tue esigenze: personalmente ti consiglio il quartiere di Sol o Austrias. Il quartiere Sol/Huertas, come potrai leggere, è centralissimo e offre alcune sorprese in termini di rapporto qualità-prezzo; il secondo quartiere, Austrias, riflette il carattere regale del Palacio Real, di conseguenza gli alloggi sono di pregio e i prezzi un po’ più elevati.

Consigli su dove dormire a Madrid

Giornalista e viaggiatore. Parlo spagnolo, inglese e sto imparando il russo. Ho vissuto un periodo in Spagna (Madrid e Granada) e girato quasi tutta l'Europa zaino in spalla. Più che vedere i luoghi, amo conoscere chi li abita ne racconto qualcosa anche sul mio blog

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